È solo una questione di ore e il piano Industria 5.0 approderà in Consiglio dei Ministri. Il pacchetto di agevolazioni elaborato dal Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) sarà, infatti, inserito all’interno del Decreto PNRR atteso in Consiglio proprio nei prossimi giorni.
I requisiti di accesso di Industria 5.0
Il piano Industria 5.0, finanziato con 6,3 miliardi di euro provenienti dal RepowerEu, introduce un incentivo per promuovere la doppia transizione dei processi produttivi (digitale ed energetica). Questo incentivo sarà disponibile per le imprese che effettueranno nuovi investimenti nel biennio 2024-2025, a patto che presentino un progetto di innovazione volto a ridurre i consumi energetici di almeno il 3% o, in alternativa, a migliorare i processi interessati dall’investimento di almeno il 5%.
Saranno ammessi anche gli investimenti in beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia proveniente da fonti rinnovabili, con l’esclusione delle biomasse, e quelli in formazione entro il 10% dell’investimento totale.
Il sistema di agevolazione
Il sistema sarà strutturato in nove diverse aliquote, che considereranno sia l’entità degli investimenti sia i risultati ottenuti in termini di risparmio energetico. In pratica, per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro, principalmente realizzati dalle piccole e medie imprese (PMI), il credito d’imposta raggiungerà il 45% per le aziende che raggiungeranno la terza classe di efficienza energetica, ovvero otterranno i migliori risultati in termini di risparmio energetico. Le aliquote diminuiranno rispettivamente al 40% e al 35% per le aziende che rientreranno nella seconda e prima classe di efficienza energetica. Man mano che l’ammontare degli investimenti aumenterà, l’entità dell’agevolazione diminuirà, seguendo una logica che premia maggiormente le piccole e medie imprese rispetto alle grandi aziende.
Stretta sui controlli
Rispetto al piano di Transizione 4.0 si intensificheranno i controlli. Coloro che vorranno accedere all’agevolazione, infatti, dovranno ottenere una doppia certificazione: una ex ante, effettuata da un valutatore indipendente, che dovrà verificare l’ammissibilità dei requisiti in materia di efficientamento energetico, ed una ex valutare l’effettiva realizzazione dell’investimento.
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