La Legge di Bilancio ha stabilito la dote 2024 per il finanziamento del credito d’imposta nella ZES del Sud. Si tratta di 1,8 miliardi destinati all’innovazione tecnologica e alla modernizzazione dei processi produttivi delle pmi.
In attesa del decreto ministeriale, analizziamo i possibili scenari per le imprese del Mezzogiorno.
Che cos’è la ZES Unica Sud?
Il 2024 segna un momento significativo per il Sud Italia con l’attivazione della cosiddetta Zona Economica Speciale (ZES) Unica Sud. Le ZES sono aree designate in cui vengono applicate regole e incentivi economici speciali per attirare investimenti, promuovere la crescita economica e creare nuovi posti di lavoro. L’obiettivo principale è ridurre lo squilibrio economico tra il Nord e il Sud del paese. Queste zone offrono agevolazioni fiscali, semplificazioni burocratiche e incentivi per le imprese che decidono di insediarsi o investire in queste aree. L’iniziativa si inserisce nel piano ambizioso per promuovere lo sviluppo economico nelle regioni del Sud Italia, che hanno a lungo lottato con la disoccupazione, la povertà e la mancanza di opportunità.
Credito d’imposta ZES
L’essenza di questa nuova ZES è rappresentata dal credito d’imposta, rifinanziato dalla Legge di Bilancio nella cifra di 1,8 miliardi di euro. L’obiettivo è quello di incentivare le imprese dell’area meridionale a investire in beni strumentali, innovare e modernizzare la produzione, impiegare risorse nella formazione, nella ricerca e nello sviluppo tecnologico. La strategia del Governo appare chiara: affidare alle PMI il delicato ruolo di promotrici del cambiamento.
ZES Unica 2024: come accedere al Credito?
La ZES Unica è un progetto che mira a consolidare le diverse iniziative ZES sparse nel territorio meridionale in un’unica strategia coordinata. Questo permette una maggiore efficienza nell’attuazione dei progetti e nella promozione dell’attrattività per gli investitori. Con un finanziamento di 1,8 miliardi di euro nel 2024, la ZES Unica nel Sud Italia sta attirando l’attenzione di imprese nazionali e internazionali, che attendono il decreto ministeriale per capire come accedere all’agevolazione, gli ambiti e i criteri di applicazione e fruizione del credito. Un altro nodo da sciogliere è quello relativo al controllo sullo sforamento del tetto massimo previsto dal finanziamento. In quest’ottica, resta quindi da capire se le imprese dovranno fare investimenti senza avere la certezza della copertura necessaria o se avranno la possibilità di poter prenotare le risorse in anticipo.
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